Il Razzismo

La discriminazione razziale è un tema molto attuale, ma anche di rilevanza storica, in quanto si pone spesso alla base dei conflitti fra popolazioni, gruppi religiosi e politici.

Facilmente, quando si parla di razzismo, si richiamano alla mente eventi come la shoah e le purghe staliniane. 

Purtroppo, non sempre gli errori del passato ci guidano verso una più corretta direzione nel presente, così oggi si presentano ancora forme di razzismo. 

Si pensi ad esempio al clima odierno di discriminazione razziale in Italia, per quel che riguarda i fenomeni migratori.

Consideriamo innanzitutto che il razzismo si basa sulla differenziazione tra il nostro gruppo, culturale, religioso o di qualsivoglia natura, ed un gruppo esterno. 

man in black cap and black shorts standing on road during daytime

Oltre alla differenziazione, attuiamo un processo di esaltazione delle nostre caratteristiche positive e di quelle negative del gruppo esterno, eseguendo un confronto impari tra essi. 

È evidente che in primis vi deve essere un processo di costruzione del gruppo e della sua identità

Ciò che è curioso è che gli scimpanzè hanno antenati comuni con l’uomo, ma in queste specie non si vi sono fenomeni di discriminazione razziale

Cosa ci spinge quindi a competere con l’outgroup e a discriminare chi è diverso da noi? 

Come per le altre componenti della nostra identità, per esempio quella di genere, anche l’identità sociale ci caratterizza e ci descrive. 

six women leaning on white wall

La necessità di proteggere (anche solo idealmente) il proprio gruppo, nasce dalla necessità di proteggere noi stessi, di affermare la nostra persona; questo bisogno non dovrebbe però implicare la discriminazione verso gli altri.

Cosa possiamo fare quindi, nel quotidiano, per promuovere un comportamento pro-sociale? 

Così come di norma apprezziamo e cerchiamo di far nostri i comportamenti positivi che osserviamo negli altri, allo stesso modo dovremmo imparare a stimare le diversità esistenti e a condividere comportamenti utili allo sviluppo di una più profonda tolleranza. 

Per sentirci parte di un gruppo non dobbiamo per forza condividere il colore della pelle, la religione o le tradizioni; dovremmo tutti noi sentirci uniti da un unico scopo: il benessere collettivo.

6 commenti

  1. Aprirsi alla diversità significa cambiamento e come si sa il cambiamento porta panico e paura ma prima l’essere umano non era nomade? Da quando siamo diventati stanziali è mutato anche il nostro modo di vedere l’altro o no?

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